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      Di Roma, 26 di Ott.re 1624.
      Di V. S. molto Ill.reSer.re Aff.mo e Obb.mo
      Mario Guiducci.
     
      Fuori: Al molto Ill.re et Ecc.mo S.r e P.ron mio Oss.moIl Sig.r Galileo Galilei.
      Firenze.
     
     
     
      1676**.
     
      BARTOLOMEO IMPERIALI a [GALILEO in Firenze].
      Genova, 26 ottobre 1624.
     
      Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. IX, car. 210. - Autografa.
     
      Molto Ill.re et Eccell.mo S.r mio Oss.mo
     
      Se bene è peggio sdrucciolar con la penna che con la lingua, tutta volta io merito un poca di scusa, perchè la grandissima fretta mi fece aggiunger l'unità al 5(473), e non so come, poi che la verità è che l'occhiale del Polacco scorgeva cinque miglia lontano una persona nota; et io stesso ho veduto quella donna, che sto per dire che se la vedessi ancor adesso, la riconoscerei, non avendola mai veduta. Viddi ancora una bandera, nella quale scorsi benissimo il legno a cui era appogiata; e l'amico che era meco affermava che travedeva la corda della bandera: io per quanto diligenze usassi, non mi venne veduta: è vero che egli si gloria di aver più perfetta vista della mia. Non so più ben ridir la lunghezza di quel telescopio, perchè non la misurai: era però lunghissimo, perchè vi era grandissimo fastidio ad accomodarlo in modo che rimanesse fermo e sodo; e da più a meno poteva esser la sua lunghezza di 7 palmi, et io lo chiamava il padre di tutti i cannochiali, non avendo mai veduto altro di tanta lunghezza nè migliore, perchè rappresentava l'oggetto chiaro e grande. A quel che mi scrive, quello di V. S., che per sua cortesia vuol mandarmi, credo sarà di pari bontà, et io l'aspetto con grandissimo desiderio: e di gratia, mi favorisca di riporre i vetri in un cannocchiale dozinale e di poca consideratione, promettendole di non accetarlo se viene in altro modo, poi che nè io merito tante cose, nè la bontà dell'occhiale consiste in quell'esterne apparenze, e pur troppo l'ho dato incomodo e dell'occhialetto di tutta perfettione e di questo ultimo, senza aggiunger a tanti fastidii altri novi; sì che lo starò aspettando senza cerimonie alcune.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XIII. Carteggio 1620-1628
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 592

   





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