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      Stamani, che andai per riaverla, mi disse che voleva pigliar sicurtà con lei di accomodare dua periodi, che, se bene stanno bene e in effetto non contengono cosa cattiva, non di meno gli pare che potrebbero esser censurati, e a prima faccia potrebbero cagionare qualche concetto diverso dalla sua intenzione; e sono quelli, che a un buon cattolico non ha da importare che un eretico si rida et c.(489), ne' quali egli non intende di mutare il senso, ma portarlo con parole un poco più speciose e che non possano apportare ombra nessuna alle persone male affette. Però, già che V. S. non ha ancora inviata da per sè all'Ingoli la detta scrittura, indugi un'altra settimana di più a mandargliela. In tanto si va preoccupando gli animi delle persone più intendenti, e anche più potenti, sì che quando l'Ingoli ne volesse far qualche romore troverrà impaniato.
      Dell'opera del Cavalier Chiaramonti scrissi a V. S. che non era ancora stampata, ma subito si avrà, e da quel medesimo(490) che ne diede prima notizia, cioè quel gentiluomo del Cardinale Santa Susanna, il quale, come scrissi, si messe su la negativa per non parere di pubblicare le cose che sono confidentemente scritte al suo padrone. Il qual padrone è poi quello che stima tanto il Chiaramonti(491), che spera d'aver per suo mezzo a vedere Aristotile rimesso nel suo primo ius di definire a suo modo le questioni naturali, senza che alcuno abbia da ardire d'opporsi alle sue sentenze; e da questo parere non mi pare anche affatto alieno qualche altro personaggio, oggidì in Roma più principale: di maniera che se V. S. havrà alle mani suggetto assai debole in effetto, non dimeno sarà di non mediocre stima.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XIII. Carteggio 1620-1628
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 592

   





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