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      Se ella così si compiacerà in l'avenire, mi rifarò del disavantaggio, perchè del resto io faccio profesione di esserle vero servitore e partiale.
      Io in tanto incomincio a far triegua co' libri, ma non con molti e varii. Mi è saltato il capriccio d'intender le mirabili proprietà degli specchi. La dirò come l'intendo: non trovo autori che abbiano ex professo trattata questa bellissima scienza: Vitellione, come V. S. sa, ha trascurato molte cose: vorrei veder alcun moderno: ella saprà il nome di qualcheduni: di gratia, mi faccia gratia a scrivermene, perchè io li commetterò dove saranno. E se V. S. avesse alcuno scritto o trattato, massime se fusse suo, mi sarebbe di grandissimo gusto per imparare, con avergliele a rimandare quanto presto comandasse. Scusi l'incomodo, la curiosità e la sigurtà. Al Padre Grassi ho fatto la medema richiesta; ma si è scusato che non s'intende molto di questa scienza. È stato tre giorni a Genova, e si è partito l'altrieri per Siena; non mi venne veduto altra volta. Si parlò di V. S., et egli ne fece onoratissima commemorazione, e mi disse che l'anno passato cercò di riconciliarsi con esso lei, ma che ella non se ne compiacque; si duole del Mostro Ricardi(729), che, indovinando una risposta che altri diceva farsi dal Grassi contro l'opposizioni di V. S., disse: Vicisti, Galilaee(730). Vuol fare stampare in Lione la risposta il detto Padre, avendo ritrovate difficoltà in Roma: l'ho pregato a desister insino a tanto che l'avisi. Ho voluto dargliene parte, perchè se io fussi buono per questa riconciliazione, mi terrei quasi felice.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XIII. Carteggio 1620-1628
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 592

   





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