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      Mi duole bene oltremodo di non poterle mandare il mio trattato del moto de' gravi, attesochè per una certa mia natura son più inclinato a cercare le invenzioni delle cose e farne una certa sbozzatura malfatta, che a ripulirle: e questo trattato è tale che non l'ho mai ridotto in netto, e non solo ha bisogno di tempo per dargli ripulimento, ma a ricopiarlo così come sta sarebbe cosa difficile senza la mia assistenza, nè io per ora posso attendervi. Mi dispiace bene che V. P. sia così lontana da me e che non possiamo vederci, perchè lo porrei volentieri sotto la sua censura, come anco di quella di detto Monsignore.
      Dell'offerta che mi fa delle cose del Signor Galileo, ne la ringrazio grandemente, e l'accetto; e mi sarà molto caro il discorso che riduce passi di Sacra Scrittura in quistioni naturali, al che anch'io ho applicato l'animo alle volte, massimamente se fosse del primo capitolo della Genesi. La ringrazio anche dell'offerta che mi fa della risoluzione del quesito, se l'acqua aggionta all'argento vivo faccia che il ferro o si attuffi o galleggi maggiormente(852). Stimo però, che ritroverà esser vero il secondo. Se il ferro non fosse più grave dell'acqua, non è dubbio che in tal caso sarebbe tutto fuori dell'argento vivo; ma perchè è più grave, uscirà fuori dell'argento vivo alla rata, cioè per l'ottava parte della sua propria quantità, attesochè il ferro pesa più dell'acqua otto volte tanto, come sa meglio di me. Però averò molto a caro di vederne la dimostrazione più distinta, come anche mi saran sempre carissime tutte le sue cose.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XIII. Carteggio 1620-1628
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 592

   





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