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      Scusimi per ciò V. S. della tardanza: et la prego che per carità mi mandi (per detta mia maestra) questo fiaschetto pieno di vino di casa sua; che basta che non sia agro, già che il medico glielo vieta, et il nostro del convento è assai crudo.
      Ancora desidero di sapere se V. S. potessi farmi havere da Pisa, quando vi sarà fiera, parecchie braccia di calisse per due monache poverette che mi si raccomandano. Caso ch'ella possi farmi il servitio, manderò la mostra e otto scudi, che hanno voluto già consegnarmi per questo effetto. Perchè ho molta fretta, non dico altro, se non che prego Nostro Signore che gli doni la Sua santa gratia; et a lei, alla zia e a tutti i rabacchini mi raccomando.
     
      Di S. Matteo, li 10 d'Aprile 1628.
     
      Sua Fig.la Aff.maSuor M.a Celeste.
     
      Fuori: Al molto Ill.re et Amatiss.mo Sig.r Padre
      Il Sig.r Galileo Galilei, aBello Sguardo.
     
     
     
      1873*.
     
      MARIA CELESTE GALILEI a GALILEO in Bellosguardo.
      [Arcetri,] 19 aprile [1628].
     
      Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. XIII, car. 73. - Autografa.
     
      Amatiss.mo Sig.r Padre,
     
      I cedrati sono bellissimi, e della vista loro mi compiaccio assai, sì come anco della diligenza e manifattura che si ricerca in accomodarli, sì perchè questo esercitio mi gusta, e molto più perchè ho occasione d'impiegarmi in servitio di V. S., cosa a me più grata che altra del mondo.
      Gli mando l'altro barattolo di conserva di fiori di ramerino, che appunto havevo fatto del zucchero avanzatomi de i morselletti, li quali non sono ancora in stagione ch'io glieli possa mandare, sì come anco l'agro, il quale non è però riuscito male affatto.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XIII. Carteggio 1620-1628
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 592

   





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