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      È proprio di lei e della sua altezza d'ingegno inalzarsi tanto che si faccia via propria; io, dove per mia debolezza non trovo neccessità contraria, et ho perciò da seguir la probabilità, ricevo per molto probabil l'opinione stabilita fra' principali dottori e scienziati. A' pari suoi può piacere quel detto: Libera per vacuum posui vestigia princeps; ma non è da tutti. Io confido intanto che nelle distanze de' fenomeni da noi, supposte le osservationi di Tichone e de gli altri, non sarà fra noi differenza; ch'è quello che principalmente pretendo nell'opera. Questo mi consola nel disgusto che sento; e le bacio riverentemente le mani.
     
      Di Pisa, il dì 24 Maggio 1628.
      Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maDevot.mo Ser.re
      Scipione Chiaramonti.
     
     
     
      1884.
     
      BENEDETTO CASTELLI a [GALILEO in Firenze].
      Roma, 27 maggio 1628.
     
      Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. IX, car. 107-108. - Autografa.
     
      Molto Ill.re Sig.re e P.ron Col.mo
     
      Tengo il comandamento di V. S. molto Ill.re di scrivergli fedelmente e liberamente quanto passa del Sig.r Vincenzo, come gli prometto di fare: e se prima non l'ho fatto, sappia che mi sono trattenuto perchè credevo di potere, e con le essortazioni continove e con le gagliarde riprensioni e severe minaccie, rimediare a quei mancamenti e disordini che di mano in mano andavo scoprendo; ma perchè hora mai ritrovo ogni cosa riuscirmi vana, li darò parte del tutto.
      E prima deve sapere, che nel bel principio che venne qua il Sig.r Vincenzo, mi cominciò a dar qualche sospetto di essere ostinato e di poca devozione, perchè bisognai con gran fatica adoperarmi a farli fare la chierica, e con qualche difficoltà si ridusse a recitare l'officio della Madonna, al che è obligato, oltre il peccato mortale, alla restituzione de' frutti della pensione.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XIII. Carteggio 1620-1628
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 592

   





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