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      È vero che, incontrando egli qualche grande difficoltà, conferendola meco, gli ho più volte abbreviato il tempo dell'intelligenza. Egli poi, lontano dal Padre D. Benedetto e da me, ha per sè stesso veduti i più gravi e difficili autori, come, oltre a Euclide, Apollonio, Archimede, Tolomeo et altri; e tirato dalla vivacità del suo ingegno, ha ritrovato un nuovo metodo di dimostrare, col quale egli dimostra per via più spedita le cose di Archimede e le principali di altri gravi autori. E benchè questi suoi studii per la loro difficoltà non sieno materie da catedre, tutta via, quando egli habbia occasione di legger publicamente, con a lui facilissima applicazione alle lezioni più popolari e facilissime in comparazione delle altre sue notizie, indubitatamente egli è per fare quanto qualsivoglia altro. E tanto sia detto per significare a V. S. Ill.ma il concetto che io tengo di questo suggetto.
      Quanto a gl'altri particolari contenuti nella sua lettera, io concorro seco in giudicare poco necessarii o utili gli altri mezi, li quali non tenterò; nè meno anco potrei ricercargli di presente, ritrovandosi il G. D. a Pisa. Aspetto d'hora in hora il Padre D. Benedetto da Roma, che, passando di qua, va al capitolo a Parma, e doverà passar per Bologna et abboccarsi con V. S.; e da esso potrà intendere più minutamente circa questo fatto.
      Se il Gesuita scrive contro al Gilberti(69), credo che non vedremo maggior sottigliezze delle solite di quei Reverendi, le quali, al mio parere, in materie filosofiche sono assai triviali.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XIV. Carteggio 1629-1632
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1965-1965 pagine 604

   





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