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      Gli rimando il fiasco voto, essendo a S.r Violante molto gustato il buon vino che vi era dentro, e la ringratia.
      Suor Archangiola, quando l'altro giorno vedde l'involto di caviale che V. S. mandò, restò ingannata, credendosi che fossi certo cacio di Olanda che è solita di mandarne; sì che, se V. S. vuol ch'ella resti satisfatta, di gratia ne mandi un poco, avanti che passi carnevale.
      Adesso che ho buona vena di cicalare, non finirei così(151) per fretta, se non dubitassi di venirle a fastidio, o più presto causarle stracchezza; che per ciò finisco, con raccomandarmeli per mille volte, insieme con S.r Luisa e tutte di camera. Il Signore la feliciti sempre.
     
      Li 21 di Gen.o 1629(152).
     
      Sua Fig.la Aff.maSuor Maria Celeste.
     
      Fuori: Al molto Ill.re et Amatiss.mo Sig.r Padre
      Il Sig.r Galileo Galilei, aBellosguardo.
     
     
     
      1980*.
      NICCOLÒ AGGIUNTI e DINO PERI a GALILEO [in Bellosguardo].
      Pisa, 24 e 30 gennaio 1630.
     
      Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. XI, car. 99-100. - Di mano di NICCOLÒ AGGIUNTI sono le lin. 1-49, 69-75, e di mano di DINO PERI le lin. 50-58 [Edizione Nazionale].
     
      Molt'Ill. et Ecc.mo Sig.r e P.ron Col.mo
     
      Mando a V. S. Ecc.ma alligato con questa mia un disegno(153) del ponte d'Arbia, datemi dal Cavalier Apelle Lanci, il quale desidera che V. S. dica il suo parere intorno a questo fatto ch'ella sentirà.
      Il fiume d'Arbia, già molt'anni sono, veniva con lunghe ritorte a condursi sotto il ponte, sì che, avanti che egli arrivasse al detto ponte (da una girata che lateralmente faceva verso di esso), se ne derivava commodamente l'acque per l'uso d'un molino, segnato nel disegno con la lettera f; ma alcuni anni sono fu mutato a posta il corso di questo fiume, e dove prima veniva flessuosamente e con molte tortuosità, fu, con una tagliata di 800 braccia sopra 'l ponte, imboccatovi a dirittura: ma perchè in questo modo veniva tolta l'acqua al molino, fu concesso al S.r Lanci, padron del molino, che tenesse un fil di tavoloni AAA, alti due terzi o al più tre quarti di braccio, cioè tanto quanto bastasse per tener l'acque del fiume così alte che potessero scorrere al molino e farlo macinare.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XIV. Carteggio 1629-1632
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1965-1965 pagine 604

   





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