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      Similmente due suppliche che feci la settimana passata per la Serenissima(348) e per Madama(349) hanno havuto buon esito, poi che da Madama havemmo la mattina d'Ogni Santi elemosina di 300 pani e ordine di mandar a pigliar un moggio di grano, con il quale s'è alleggerito l'affanno di Madonna, perchè non haveva da seminare.
      V. S. mi perdoni se troppo l'infastidisco con tanto cicalare, perchè (oltre ch'ella mi innanimisce col darmi indizio che gli siano grate le mie lettere) io fo conto ch'ella sia il mio devoto (per parlare alla nostra usanza), con il quale comunico tutti i miei pensieri e partecipo de i miei gusti e disgusti, e, trovandolo sempre prontissimo a sovvenirmi, gli domando, non tutti i miei bisogni, perchè sariano troppi, ma sì bene il più necessario di presente; perchè, venendo il freddo, mi converrà intirizzarmi, s'egli non mi soccorre mandandomi un coltrone per tener addosso: poi che quello ch'io tengo non è mio, e la padrona se ne vuol servire, come è dovere; quello che havemmo da V. S. insieme con il panno, lo lascio a S.r Archangiola, la quale vuol star sola a dormire et io l'ho caro; ma resto con una sargia sola, e se aspetto di guadagnare da comprarlo, non l'haverò nè manco quest'altro inverno: sì che io lo domando in carità a questo mio devoto tanto affezionato, il quale so ben io che non potrà comportar ch'io patisca. Piaccia al Signore (se è per il meglio) di conservarmelo ancora lungo tempo, perchè doppo di lui non mi resta bene alcuno nel mondo. Ma è pur gran cosa ch'io non sia buona per rendergli il contraccambio in cosa alcuna.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XIV. Carteggio 1629-1632
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1965-1965 pagine 604

   





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