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      Molto meno veggo potersi adattare questa esperienza (quando anche riuscisse interamente a suo favore, il che assolutamente si negha) trattando di fiumi, perchè, mentre ci immagineremmo dua alvei del'istessa larghezza e che abbino l'istessa caschata, uno de' quali sia diritto e l'altro torto, e che piglino l'aqqua del'istesso fiume ora l'uno et ora l'altro, come li dua AO, AIEGC, chi non vede che necessariamente la velocità per il torto sarà sempre minore che quella per il diritto? poi che con il perquotere che faranno quelle prime particelle di aqqua nel'argine GE faranno forza di ritornare in dietro, dopo tal percossa, per la medesima linea, se però la percossa sarà a squadra con l'argine, o vero, se non sarà a squadra, cercheranno di far sempre gl'angoli del'incidenza e reflesso fra di loro eguali (come mi concesse anche V. S.) e di tornare in dietro per la linea del reflesso, dovunque vadi a ferire, con una tal velocità; e nel tornare che faranno, se intopperanno e riscontreranno in altre parti della medesima aqqua, che ancor loro vadino per urtare nel medesimo argine, saranno forzate a ritornare un'altra volta, o forse più, verso l'istess'argine con differenti velocità et angoli ineguali; e così quelle seconde, nel'intoppo che faranno con le prime, verranno ancor loro a ritardarsi e con il loro ritardamento a trattenere la velocità delle terze; e così successivamente a proporzione, secondo che saranno più lontane, riceveranno meno impedimento: e però sarà necessario che nella svolta, e sopra di essa per qualche spazio, l'aqqua ricrescha di misura con la proporzione del ritardamento della sua velocità. E se ci immagineremo solo di la


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XIV. Carteggio 1629-1632
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1965-1965 pagine 604