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      Però, se il detto sin ora non la quieta, lasciamlo del tutto e passiamo ad altre mie proprie considerazioni, e co' suoi stessi assunti cercherò di farle vedere l'impossibilità della sua opinione.
      V. S. dice che nelle svolte l'acqua scema(374) di velocità, e in conseguenza cresce la sua misura. Diciam ch'ella dica il vero: io le domando, se tal crescimento procede in infinito: credo mi dirà che no, perchè a ogni acqua seguirebbe il trabocco, o bisognerebbe sopra le svolte alzare infinitamente gli argini, il che non bisogna; bisognerà dunque dire che l'acqua alzi sino a una tal proporzione, e poi si fermi. Sia alzata a tal proporzione, di maniera che alla svolta, per esempio, delle Bartoline, nelle sue maggiori piene la Marina alzi sopra il livello del suo corso, se fosse diritto, un mezzo braccio o quanto ella vuole; nel qual caso la velocità scemerà quanto cresce la sua misura, o vogliam dire la sezione dell'acqua. Costituiscasi ora un fiume che diritto corra con questa stessa misura e velocità, il che non credo sia per negarmi potersi dare; conduciamolo a una svolta simile alle Bartoline: chiara cosa è che, per il supposto di V. S. che il torcere scemi la velocità, quivi si ritarderà e crescerà di misura, cioè alzerà. Ma la medesima proporzione che ha la velocità dell'acqua delle Bartoline, così alzata, alla svolta del suo argine l'ha l'acqua di questo dato fiume alla sua data svolta; adunque se questo cresce anche quella doverrà crescere egualmente, e così procedere in infinito, il che non può essere: e questa mi par dimostrazion geometrica.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XIV. Carteggio 1629-1632
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1965-1965 pagine 604

   





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