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      Per ciò dice il S.r Cesare che non determina anchora cosa alcuna.
      Habbiamo poi con tale occasione(565) avertito, esser fatto il solstitio tra 'l mezodì del 21 e 22, circa la meza notte alquanto inanzi, come mostra il calcolo di Ticone e delle Rodulfine, che svaria dal Prutenico circa 10 hore doppo. Similmente habbiamo visto, essersi sminuita la obliquità dell'ecclittica dal tempo del P. Maestro Ignatio Danti sino adesso; e di più ci ha fatti meravigliare, che aspettando noi che il circolo solare s'accommodasse e s'adeguasse al circolo marmoreo, nel transitare per la linea marmorea (della quale credo ch'habbi havuto il dissegno), come facea nel tempo sudetto, l'habbiamo visto passare molto ingrandito, cioè quasi un minuto e mezo, cosa che ci ha veramente fatti stupire, crescendo tanto quanto in circa suol crescere dall'apogeo al perigeo, e ritrovandosi in altezza di g. 69, 30' in circa, libera dalle refrattioni, segno veramente di un gran diminuimento della distanza fra 'l sole e noi. Tuttavia V. S. Ecc.ma potrà sapere meglio di me d'onde possa esser ciò accaduto. So bene che, essendosi diminuita l'obliquità, il sole deve esser più basso nel verticale, e in conseguenza far nel pavimento elissi più grande di all'hora; ma che l'ingrandimento dovesse esser tanto, dall'incremento delli elissi de' seguenti giorni, alla medesima hora osservato, che era piccolissimo in rispetto di quel primo svario, par che si argomenti di no. Tuttavia penso che questa altezza verticale del sole sminuita ci habbi havuto che fare assai.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XIV. Carteggio 1629-1632
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1965-1965 pagine 604

   





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