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      Ma doppo qualche tempo si spargerà la voce, per relazione di quei primi che l'averanno letto, e intanto V. S. ne sarà stata da me avvisata etc.
     
     
     
      2200*.
     
      GIOVANNI CIAMPOLI a GALILEO in Firenze.
      Roma, 23 agosto 1631.
     
      Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. IX, car. 268. - Autografi il poscritto e la sottoscrizione.
     
      Molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r e P.ron mio Col.mo
     
      L'assenza del nostro Padre Don Benedetto da questa Corte(585) mi fa restar privo delle novelle di V. S., che è una delle mie più principali consolationi. Mosso però da questo particolar desiderio, vengo di presente a farle reverenza, sperando con questo mezzo di incitarla ad honorarmi con le sue pregiatissime lettere. La devotione che si deve alle sue virtù eminentissime doverà trovare scusa appresso di lei, mentre ardisce d'incomodarla con lo scrivere. So quanto io mi possa promettere della sua humanità, e però sperando questo favore, non resto intanto di salutarla a nome di tutta la conversatione; et io le bacio reverentemente le mani.
     
      Di Roma, il dì 23 Ag.to 1631.
      Di V. S. molto Ill.re et Ecc.ma
     
     
      Desidero qualche avviso della sanità e dello studio di V. S. Ecc.ma, di cui non so che alcuno viva più reverentemente innamorato di me. Che fa il S.r Peri(586), tanto celebratomi da lei, che mi destò nel cuore un vivissimo desiderio di conoscerlo e servirlo? Sopra tutto mi rallegro che nelle pubbliche disavventure V. S. Ecc.ma habbia saputo così bene trionfar della peste, come trionferà dell'invidia e viverà col nome sempre gloriosissimo. Mons.re il March.se Pallavicino, il S.r Ab.te Conti, il S.r Giorgio, mia continua invidiabil conversatione, salutano V. S. Ecc.ma, come anco il nostro S.r Antonio Grimani (?).


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XIV. Carteggio 1629-1632
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1965-1965 pagine 604

   





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