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      Però dia gli ordini oportuni in Roma.
      Quanto al stato mio che desidera sapere insieme con cotesti Signori miei Padroni(605), li dico che mi ritrovo qui nel palazzo incantato, sotto quel lago dove si dava già così bel tempo il Berni con la sua compagnia; e qui parimente sono una gran mano di Franchi Paladini, che tutti si danno bel tempo, chi in un modo e chi in un altro: chi balla, chi salta, chi sona, chi gioca, chi si dà spasso con dame, chi con cavalli, chi con comedie, e ogn'uno si trattiene senza pensiero in quel che più li piace. Ma perchè a me piacque sempre quel trattenimento di quell'huomo da bene che faceva la sua vita in letto, fuggendo la fatica con star fermo, longo e disteso, senza far mai niente, e sopra gli altri spassi si prendeva quello di numerare i correnti e considerare chi era dritto, chi storto, chi con buchi e chi con chiodi; però questo medesimo spasso ancor io ho trovato estremamente singolare: e così essendomi applicato ai numeri algebratici, ho di già risoluti più d'un centinaio di quesiti con mio grandissimo gusto; e questo ho fatto senza numeri cossici e senza posizione di radici, come si fa nell'algebra, e li prometto che ancora non ho ritrovato maggior gusto nei studii: e sappia che la strada che io tengo è facilissima, e tale che resta intelligibile da ogn'uno che habbia ogni poco di principio di aritmetica comune. È vero che i quesiti che io ho risoluti sin hora, sono tutti di quelli che nell'algebra si risolvono per simplice equatione; tuttavia quello che io ho di già fatto mi pare che mi possa dar gran lume a cose maggiori e più difficili, ma al sicuro è una gran preparatione per il resto.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XIV. Carteggio 1629-1632
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1965-1965 pagine 604

   





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