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      Il libro è tutto pieno di cose e bellissime e nuove, spiegate poi sì chiaramente che da tutti si fan intender benissimo, se non se l'ultimo discorso de la disugualità degli additamenti e suttrattioni che la vertigine diurna fa sopra 'l moto annuo; il che forse procede in parte dalla figura a f. 452(730), resa più oscura non sol per lo mancamento delle linee GS, FV, ma per esser per aventura apparentemente troppo acuto l'angulo BAP, o sia BIL, che è de gr. 66 1/2: onde io confesso che mi è bisognato rilegerlo.
      Tutto questo quarto dialogo, ove si tratta del flusso del mare, è per mio avviso meraviglioso, onde tanto più mi do meraviglia, che dove V. S. nelle altre cose leva tutti i dubbi, in questo ne lascia uno di non poco momento senza rispondervi: et è che il flusso dovrebbe esser ogni dì alla stessa hora, e pur l'oppinione comune è contraria, cioè che si anticipi ogni giorno circa quattro quinti d'hora, per andar esso seguendo il moto della luna. Nel cercar le cause l'autorità non ha luogo, ma nel fatto sì, massime di persone verisimilmente informate, quale è il Medina(731), accettato comunemente, e due de' Paesi Bassi, ove i flussi son molto sensibili, cioè il Cognetto nell'Arte di navigar, in lingua francese(732), e Luca Aurigario nel suo Speculum Nauticum(733), oltre molti altri di minor nome. So che V. S. dee haver osservato il contrario, e particularmente a Venetia; però nel Dialogo non ne parla.
      Io riceverei a gran favore che V. S. mi desse conto del modo con che ha ritrovato che il grave scende per cento braccia in cinque secondi.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XIV. Carteggio 1629-1632
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1965-1965 pagine 604

   





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