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      Altre volte io tentai l'impresa per mezzo di una palla attaccata ad una funicella tanto longa, che le sue vibrationi durassero un secondo per aponto, nè mi è sin hora riuscito ritrovar qual sia la longhezza precisa della fune. Mi manca poi la torre sì alta. Habbiamo quella del porto della lanterna: però ha un risalto nel mezzo, che rende l'operatione dificile. So che nel primo secondo ha da scender quattro braccia; ma non credo l'esperienza esser sicura, se non vien fatta in maggior altezza.
      Di questo orologio che misurasse i secondi, io mi do ad intendere che me ne servirei a più usi: e in misurar le grandi distanze per mezzo della diferenza del tempo che è fra la vista e l'udito, se pur è vero, come io credo, che tal diferenza sia proportionata alle distanze, onde facendo sparar un'artiglieria lontano circa 30 miglia, pur che io possa vederne il fuoco e sentirne il tuono, dalla lor diferenza verrei in cognitione della distanza precisamente; e in ritrovar i gradi della longitudine mediante il moto della luna, ancorchè non vi sia ecclisse, atteso che con un oriolo così esatto si ritroverebbe precisamente la diferenza della distanza dalla luna a qualche stella e dall'un meridiano all'altro, calculandovi però l'anomalia di essa luna; e molte cose simili. Che perciò io la priego a dirmi il modo di misurar i secondi e come ha fatto l'esperienza delle cento braccia, e scusarmi se io la tedio troppo, rengraziandola de' favori che per rispetto mio ha fatto al detto P. Francesco, e che mi favorisca de' suoi comandamenti.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XIV. Carteggio 1629-1632
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1965-1965 pagine 604

   





Francesco