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      Già sino da principio che mi capitò il suo libro, discorrendone con Mons.r Contarini(786), un sogetto di spirito ellevatissimo e di costumi angelici, venimmo in parere di punto di quello che a V. S. è incontrato, non potendo capire ch'opera così eccellente e divina dovesse mancare degl'effetti dell'ignoranza e malignità del secolo e de' tentativi dell'arroganza di coloro che credono poter dare regola non solo alli cervelli, ma ancora agl'ogetti intorno a' quali gl'ingegni si aggirano. Ciò nè turbi nè distolga V. S. dal proseguire. Il colpo è fatto: ella ha fatta un'opera delle più singolari che sia uscita da ingegno filosofico: il vietarli il corso non diminuirà la gloria dell'authore: si leggerà a dispetto dell'invidia maligna, e vedrà V. S. che si trasportarà in altre lingue. Confesso non essere cibo per tutti li stomachi; ma per quelli di calore sufficiente è tale, che gl'huomini non ne vorrano essere privi. Ma buono Dio, che ci trovano questi sciagurati da riprendere? se non riprendono la troppa modestia e l'haver esposti li sensi filosofici senza la libertà filosofale. Io sto in sollicitudine che questo non privi le scienze degl'altri dialoghi da V. S. dissegnati. Ma, per amor di Dio, non si perda d'animo; corraggiosamente operi alla gloria et all'humanità. Dio e la natura l'ha fatta a quest'opera; se lei non la perfettiona, altri non la speri più. Io le dico ex corde, coram Deo, che uno de' più intensi miei desiderii è di vedere il rimanente; e se le fosse impedita la stampa, che non credo, la scongiurarei di lasciarmela vedere a penna.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XIV. Carteggio 1629-1632
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1965-1965 pagine 604

   





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