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      Ma il trattare con la Congregazione del S.to Offizio, e di negozio spettante ad essa, è materia così stretta, che non dà occasione di discorso da poter giovare. Ho veduto la lettera che scrive al S.r Card.l Barberini(861); et perchè N. S. et l'Em.za S. si trovano in villa, di dove non torneranno prima d'Ogni Santi, non ho havuto commodità di presentargliene: oltre che il P. D. Benedetto si trova ancora lui con la Corte, con il quale vorrei prima consultare quello che lei scrive. Et se ho da parlare liberamente, dubito che la lettera sia più presto per inasprire che agevolare; perchè mentre lei accenna di poter defendere et sincerare quello che ha scritto, tanto più crescerà il pensiero di dannare in tutto e per tutto l'opera. Et habbia pure V. S. queste massime per risposta delle sue proposte, che non siano per condescendere mai che lei possa rispondere alle difficoltà che si fanno col star a casa sua, et che nè meno siano per darli un giudice costà. Ma quanto alla dilatione per venir qua, io non credo che siano per negargliela, ma però molto limitata.
      Quanto poi al negozio, creda pure che gli sarà necessario non entrare in difesa di quelle cose che la Congregazione non approva, ma deferire a quella et ritrattarsi nel modo che vorranno i Cardinali di essa; altrimente troverà difficoltà grandissime nell'espeditione della causa sua, come è intervenuto a molti altri: nè, parlando christianamente, si può pretendere altro che quello vogliano loro, come tribunal supremo che non può errare.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XIV. Carteggio 1629-1632
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1965-1965 pagine 604

   





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