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      Mi è sovvenuto questo, che la Corte ha l'uso che quando li viene accusato un libro e stima doverlo prohibire, etiandio che non contenesse propositioni contrarie alla religione, non lo fa se non formando un giudicio, col quale cita l'autore o chi havesse interesse in difenderlo. Havendo V. S. trattato in modo ch'io in realtà non so quali contrarietà possa havere, poichè niente difinisce, anzi tutto lascia in sospeso, nè le cose sono da lei promosse, ma trattate nelle schole, stampate ne' libri, può essere che la rabbia et invidia voglia ferir qui, di far prohibire il libro. Nel qual caso io direi che V. S. non ne prenda nè difesa nè fastidio, ma assolutamente si rimetta a ciò che loro piace, perchè così sfugirà il travaglio; e stia certo che ciò non le portarà altro che far havere più di spazzo e credito all'opera, e farla più tosto tradurre e stampare in altre regioni e lingue. Consulti se con una dicchiaratione espressa, ch'essa non intende altro del suo libro se non che ne faciano quello essi stimano, potesse facilitar che almeno il negotio si trattasse costì. Oh con quanto desiderio e quante volte io la bramo qui! certo non le saria fatto torto. Superarà tutto col divino aiuto, come prego; et a V. S. molto Ill.re et Ecc.ma bacio le mani.
     
      Venetia, 30 Ottobre 1632.
      Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maS.r Galileo.
      Devot.mo Ser.reF. Fulgentio.
     
      Fuori, d'altra mano: Al molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r P.ron Col.moIl Sig.r Galileo Galilei.
      Fiorenza.
     
     
     
      2338*.
     
      FRANCESCO NICCOLINI a GALILEO [in Firenze].


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XIV. Carteggio 1629-1632
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1965-1965 pagine 604

   





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