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      E li fo reverenza.
     
      Di Siena, il dì 20 Aprile 1633.
      Di V. S. molto Ill.e et Ecc.maSig.r Galilei.
      Ser.e Dev.moAnt.o Quar.si
     
      Fuori: Al molt'Ill.e et Ecc.mo Sig.r Oss.oIl Sig.r Galileo Galilei, a
      In casa l'Amb.re di Firenze.
      Roma.
     
     
     
      2476*.
     
      ANDREA CIOLI a FRANCESCO NICCOLINI [in Roma].
      Firenze, 20 aprile 1633.
     
      Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. II, car. 150-160. - Minuta di mano di GERI BOCCHINERI.
     
      Al S.r Amb.re Niccolini.
      20 Aprile 1633, in Fior.za
     
      Habbiamo hoggi le lettere di V. E. de' 16(205) et 17; et essendo state sentite da S. A. in questo punto, io subito mi metto a replicare a quanto occorrerà....
      Pare a S. A. che il S.r Galileo si possa contentare delli straordinarii benignissimi trattamenti che riceve nelle stanze del S.to Offitio, et che altro non debba desiderare che la presta liberatione; al qual tempo S. A. renderà le dovute grazie a S. B.ne et al S.r Card.le Barberino nel modo che V. E. propone, approvando che intanto non lasci ella di farlo in nome pure della A. S. Et il medesimo S.r Galileo non scrive mai qua che non si lodi infinitamente degli honori, cortesie et consolationi che riceve da V. E. et dalla S.ra Ambasciatrice....
     
     
     
      2477**.
     
      MARIA TEDALDI a GALILEO in Roma.
      Firenze, 22 aprile 1633.
     
      Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. V, T. XIII, car. 180. - Autografa.
     
      Molto Ill. et Ecc.mo Sig.r P.rone Colend.mo S.
     
      La gita passata scrissi a V. S. Ecc.ma, cioè sotto dì 16 del corrente(206), e mandai la lettera al Sig.r Mario Guiducci; e questa procurerò sia data in mano del Sig.r Bocchineri, conforme all'ordine che ne dà V. S. E. E perchè nell'altra mia, accettando l'offerta fattami nella sua da V. S. E., la pregavo e con molta instanzia supplicavo si compiacessi favorirmi di ottenere una assoluzione papale per all'hora della morte mia, e, se non ci fussi grave difficoltà e che possibile fussi, desideravo l'istesso per Suor Serafina mia sorella; e già che in questo mezzo tempo s'è agravato e si agrava tutta via maggiormente il contagio in questa povera et afflitta città, per il che siamo tutta via e privi e riserrati come già seguì mentre V. S. E. era qua et io al Callone(207), chè pure questa mattina è andato il secondo bando, ripieno di molti avertimenti e privazioni, et imparticolare che le donne e' fanciulli si devino riserrare nelle loro case per tempo e termine di dieci giorni da incominciarsi domenica mattina all'Ave Maria di mezzo giorno, che saremo alli 24 del corrente, per seguire come sopra; e perchè pare che questo terzo anno minacci maggiori travagli e mortalità che mai; pertanto di nuovo ricorro all'innata benignità e gentilezza di V. S. E. a pregarla e suplicarla, per quanto mai desiderò farmi cosa grata e per mio utile e giovamento, che vogli fare ogni opra per ottenere la da me desiderata, bramata e per altra mia addomandatali grazia di questa benedetta assoluzione papale, acciochè, se piacesse a S. D. M. trasferirmi da questa(208) all'altra vita, io possa essere sicura (sebene indegnamente) della salute dell'anima mia.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XV. Carteggio 1633
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 485

   





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