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      Di S. Matteo, li 18 di Giug.o 1633.
      Di V. S. molto Ill.reFig.la Aff.ma
      Suor M.a Celeste.
     
     
     
      2548*.
     
      CASSIANO DAL POZZO a GALILEO [in Roma].
      Roma, 18 giugno 1633.
     
      Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal. P. VI, T. XII, car. 21. - Autografa.
     
      Molt'Ill.re Sig.r e P.ron Col.mo
     
      Ho di già visto la scrittura da V. S. inviatami, e da lei fatta tant'anni sono per chiarezza de' suoi scritti e delle sue inventioni nobilissime, e m'è parsa tale che sii da farla goder a molti; e così, se è con sua grazia, ardirò pigliarne una copia, per poterla rileggere e far leggere ad altri a mio commodo, essendovi da imparar assai.
      Rimando il libro de' vantaggiosi moschetti, non essendo mio e non havendo a rihavere libro nessuno, eccetto il Telescopio del Sirturi(301) cha a V. S. dono, havendol'io duplicato. Ho fatto conto di quel libretto, perchè dà a V. S. quello che deve, dico dell'inventione d'esso telescopio. Mando anco uno scatolino, con molte di quelle lumache che si trovano in un condotto della vigna di Madama, fra la rena del medesimo. Sono nell'esattezza loro, riguardata la piccolezza, non meno ammirabili di quello siino nel nascimento, conform'a che anco dice Plinio(302): In magnis siquidem corporibus, aut certe maioribus, facilis officina, sequaci materia, fuit. In his tam parvis atque tam nullis, quae ratio? quanta vis? quam inextricabilis perfectio? Tuttavia non sono da ammirarsi, quando l'arte giugne, in un certo modo, a contendere del pari. V. S., che vedrà in questo scatolino rinchiusi, dirò, centinara di nicchi, stupirà quando in un grano di pepe vedrà rinchiuso un migliaro di bichieretti d'avorio, fatti a calice, lavorati al torno, e con l'orlo d'essi dorato.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XV. Carteggio 1633
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 485

   





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