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      In tanto io resto molto sodisfatta con questa che V. S. scrive a me, per la quale comprendo che ella sta bene di sanità e con ogni comodità e sodisfazione; e ne ringrazio Dio, dal quale (come altre volte gl'ho detto) riconosco la sua sanità per grazia speciale.
      Iermattina mi feci portar un poco di saggio del vino delle 2 botti, delle quali una è bonissima, l'altra ha cattivo colore, et anco il sapore non mi sodisfà, parendomi che voglia guastarsi. Stasera lo farò sentire al S.r Rondinelli, che, conforme al solito de gl'altri sabati, dovrà venirsene alla villa; et egli meglio saprà conoscere se sia cattivo per la sanità, che quanto al gusto non sarebbe dispiacevole, et io ne darò parte a V. S., acciò ordini quello che se ne deva fare, caso che non sia buono. Quel bianco che è nei fiaschi è forte, e farà un aceto esquisito, eccetto che quello della fiasca, che, per haver solamente un poco il fuoco, ce lo andiamo bevendo avanti che egli peggiori. Il difetto non è già stato della Piera, perchè gl'ha(368) spesso riguardati e visto che si mantenevano pieni. De i capperi se ne sono acconci una buona quantità, ciò è tutti quelli che sono stati nell'orto, perchè la Piera mi dice che a V. S. gli gustano assai.
      Son parecchi giorni che in casa non è più farina; ma perchè a questi gran caldi non si può far quantità di pane, chè indurisce subito(369) e muffa, e per il poco non torna il conto a scaldar il forno, fo che il ragazzo lo compri qui alla bottega.
      Con quest'altra gli darò più minuto ragguaglio delle spese fatte alla giornata, perchè adesso non me ne basta l'animo, sentendomi (conforme al mio solito in questa stagione) con una estrema debolezza, tanto che non ho forza di muover la penna, per così dire.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XV. Carteggio 1633
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 485

   





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