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      E doppo lesse l'abiurazione, nella quale diceva che l'autore aveva tenuto tale opinione non già perchè la tenesse per vera, ma per fare il bell'ingegno, e che la teneva ora per falsa e la detestava e malediceva, sottoponendosi a pena di perpetua carcere contravvenendo, e di più obbligandosi a revelare ogni volta che avesse saputo trovarsi alcuno che tenesse tal sentenza detestata. Questo è in somma il contenuto(481). Quanto all'averne copia, ci fu un Consultore il quale non s'era trovato presente, per non essere allora in Firenze, che ebbe curiosità di sentirla, e gli fu letta, e desiderando di averne copia non la potette ottenere. Io ebbi curiosità di sapere per che causa ero stato invitato, e mi ha detto il P. Vicario che tenevano ordine di Roma di invitarvi più mattematici e filosofi che avessino potuto avere(482).
      Quanto al male di questa città, credo che questa settimana non si dirà come la passata, ancorchè ci sia stato qualcosa. Santo Spirito è serrato, e si tiene che non vi sia stato male veramente, perchè un frate morto era caduto, e percosso sur un fiasco del capo, che fece piaga e invelenì, e da i cerusici della Sanità fu stimato un carbonchio; e perchè i frati non seppero dire chi l'avesse visitato e chi no, a cautela serrorno il convento. Nel Carmine serrorno l'appartamento dello infermo, che morì al lazeretto.
      Del resto se V. S. si consuma di voglia di ritornare a' suoi studi, qua gli amici e servitori suoi lo desiderano altrettanto, ma temiamo che non li sia per essere conceduto così in breve, come ella proccura.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XV. Carteggio 1633
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 485

   





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