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      Non mi sovviene già che cosa habbi detto, dal che possa raccogliere che io gli habbi qualche credito, se forsi non fosse stato il dire che egli si mostri prattico in Aristotile; il che però non mi aggiungeria credito alcuno, poichè so bene, com'ella dice, che questi si stimano esser arrivati al sommo del sapere, quando hanno fatto gran prattica sopra li suoi testi, dall'accozzamento de' quali professano potersi rispondere a ogni cosa, sprezzando ogni altro modo di sapere et ogni altra, per singolar che sia, strada di filosofare. Si sganni pur V. S. Ecc.ma in questo, nè si conturbi, poichè il purissimo oro delle sue saldissime ragioni è da me, per quanto la debolezza del mio ingegno mi permette, benissimo distinto dal rame, del qual sembrano essere i discorsi del sudetto autore. Ma poi, quando io pur non conoscessi a pieno tal distintione, non per questo creda che siano per mancare ingegni di gran longa superiori al mio (del quale la ringratio molto della stima che mostra di fare), che benissimo conosceranno quanto ella sopravanzi tutti gli altri nella saldezza del suo discorrere, e quanto scioccho, arrogante e pieno di vanità, si ritrovi il detto autore nel suo trattare. Io non l'ho alle mani, sì che io lo possa di nuovo vedere; ma poco mi si può aggiungere, credo, al concetto che ne ho formato, se bene io lo vidi in una scorsa, poichè alla prima mi sono parse così ben chiare le sue sciochezze, che puoco più potrei avantaggiarmi in conoscerle per tali.
      Condoni qualche cosa allo scrivere, che non permette tal'hora allargarsi quanto si dovrebbe, e mi tenga pure per suo partialissimo servitore e che a niun cedo nel fare singolarissima stima del suo sublime ingegno, che con saggi così esquisiti ella ha a tutto il mondo co' suoi sottilissimi discorsi palesato.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVI. Carteggio 1634-1636
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 744

   





Aristotile