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      Io scrissi già in una mia a V. S. Ecc.ma un quesito mecanico, ma perchè non me ne dice cosa alcuna temo che la lettera non si sia smarrita. Il quesito era questo: Data una rota volubile intorno al suo asse, trovar modo di moverla con un'altra rota, pur volubile intorno al proprio asse, in tal maniera che perseverando la medesima velocità della rota movente, la rota mossa vadia sempre crescendo di velocità. Io pensai che ciò non potesse farsi con le rote solite dentate nè con le funi avvoltele intorno, caminando ambedue con pari velocità, et anco con pari circolationi quando sono di diametro eguali overo con pari velocità e con dispari circolationi, cioè conforme alla reciproca proportione de' diametri, quando questi sono diseguali; e perciò venni in questo parere, che bisognasse fare una cosa tale quale fanno qua a Bologna in particolare questi che traffilano l'argento falso, che havendo due rote intorno alle quali si avvolge il filo di argento, le vanno movendo, percotendo continuamente con la mano quella sopra la quale lo vogliono avvolgere: imperochè, conservandosi per qualche tempo la velocità conferita nella prima percossa, e massime se il moto fosse orizontale, sopraggiungendosene della nuova nella seconda percossa, e poi nella terza, pare che si verrebbe ad havere nel moto circolare in tal maniera una cosa simile a quella che si ha nel moto rotto de' gravi al centro della terra, cioè che si farebbe quello che si dimanda nel quesito. Hora la difficoltà sta in trovare il modo di far dare questa percossa dalla circunferenza di una rota movente nella circunferenza di una mossa.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVI. Carteggio 1634-1636
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 744

   





Data Bologna