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      Nè tacerò mai che non mi sia imposto silencio, non pretendendo interessi alcuni in Roma nè altrove, per essere io pienamente contento della mia sorte, et per non considerare que' che sonno sopra di me che per haver compassione dell'amaritudini che patiscono, maggiori di me al centuplo, nè quelli che sonno sotto di me che per rendere grazie alla Di.na M.tà dello stato dove mi ritruovo, che tanti altri più degni di me stimarebbono un paradiso terrestre, il qual mi par dover godere pacificamente, senza uscirne per andar cercar la malhora nelli maggior impieghi: et questo mi dà la libertà di parlare, dove gli altri restano muti, comme ella dice, senza timore di perdere la fortuna et l'accesso di quelli alli quali io son pronto a continuare la servitù lecita, mentre non l'haveranno discara, et non più; havendo imparato questa buona prattica dalla b. m. del S.r Gio. Vincenzo Pinello, già 35 anni sonno, mentre V. S. Ill.re stava ella ancora nello Studio di Padoa. Di maniera che non mi è parso stranno ciò che mi scrive V. S. Ill.re, ch'ella s'afflige meno delli suoi disaggii di quel ch'altri può credere, poi che gli rimangono tanti conforti et tante degne occasioni di essercitare la vera philosophia, la quale è troppo facile et troppo indegna di grande raccommandazione mentre si sta in prosperità, et al contrario si rende più splendida et rilucente al centuplo nell'adversità che gli porgi la fragilità humana; sì come li più generosi del mondo passarebbono una vita ignava et indegna di memoria, se gli mancassero nemici et occasioni de guerra e di vittoria da essercitar il lor valore, la sola adversità prencipalmente havendo fatto celeberrimo il buon Giobbo et tanti S.ti Padri et philosophi delli maggiori dell'antiquità, la cui constanza et magnanimità gli ha fatti degni d'ammiratione alli posteri, come sarà anche V. S. Ill.re, nonostante qual si voglia morzura dell'invidia.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVI. Carteggio 1634-1636
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 744

   





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