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      Ne ringrazio pertanto Iddio, e Lo prego caldamente a dar ogni prosperità a V. S. E.ma, dalla quale vorrei esser riconosciuto per vero suo servitore.
     
      Roma, alli 18 8bre 1635.
      Di V. S. molto Ill.e et Ecc.maAff.mo et Oblig.mo Ser.re
      Raffaello Magiotti.
     
      Fuori: Al molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r e P.ron mio Col.moIl Sig.r Galileo Galilei.
      Fiorenza.
     
     
     
      3197.
     
      FULGENZIO MICANZIO a GALILEO [in Firenze].
      Venezia, 20 ottobre 1635.
     
      Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. XII, car. 169. - Autografa la sottoscrizione.
     
      Molto Ill.tre et Eccell.mo Sig.r, Sig.r Col.mo
     
      Ricevo la sua gratissima d'i 13. Io son stato alcuni giorni in villa, e doppo ritornato ho ritrovato tanti intrichi, che m'hanno occupato totalmente.
      Mando il Capitolo della sua lettera al P. Prior di Broscia per vedere quello che si può fare intorno al negotio dell'incudine(991), e mi rincresce in estremo la mala riuscita; come anco delle robbe mandate per il Sig.r Manutio(992), intendo che quel strambone del suo servitore ha fatto il peggio che poteva, et apunto quello che si voleva fuggire.
      Do conto all'Ill.mo Baitello di quanto V. S. mi scrive intorno al compasso(993) e del suo desiderio di farli questo honore. A Padoa non ho scritto, perchè dissegno andarvi io stesso all'aprir delle lettioni prossime. Mi par bene un gran deffetto che non ci sia discorso di V. S. sopra l'uso del compasso, perchè tengo per certo che sia di molto maggior uso di quello che mostrarà a prima vista; et io, che assolutamente ne voglio uno, senza il suo indrizzo a che me ne valerò?


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVI. Carteggio 1634-1636
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 744

   





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