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      Però, per non fermarvi sopra un sogetto nel quale V. S. possede di grandissimi lumi, la sa benissimo che i più pratici astronomi, muniti d'esquisitissimi instrumenti, possono ingannarsi di sei minuti di grado nella osservatione del luogo delle stelle fisse, come pare evidentemente nel principio del libro de' cometi del Tycho Brahe(1024), dove confessa liberamente che, qualche diligenza che lui havesse usata a ricercare il luogo di certe stelle fisse, nondimeno si era ingannato in molte di sei minutti. Hora non è nissuno di quelli che hanno una legiera conoscenza dell'astronomia, che non sappia che le parallassi, che la vicinità della terra da alla luna, non renda il suo luogo molto più difficile da osservare che quello delle stelle fisse; et, per consequenza, quelli che osservano il meglio, vi potranno mancare al manco di sei minuti: tuttavia, per conoscere le longitudini per il luogo della luna, bisogna esserne assigurato fin a duo minuti, per non mancare di sessanta miglia: dove si può facilmente giudicare che la detta methodo del Morino, di trovare le longitudini per il mezo della luna, che i antichi hanno disprezzata per le difficoltà che l'accompagnano, non può servire sopra la terra et ancora manco sopra il mare, dove non si può così puntalmente osservare, per il moto del vascello, come sopra la terra, come sanno i pilotti pratici. Tralascio il mancamento delle tavole della luna, la variatione de' parallassi segondo la diversità de' climati, di che non habbiamo ancora una perfetta scienza, et la multiplicità delle supputationi de' triangoli spherici, che bisogna risolvere, le quali sono sempre cagioni di qualche errore: tralascio, dico, tutte queste cose, perchè s'io volessi fermarmi davantagio a particolarizarle a V. S. per facilitargli la conoscenza de' errori che sono nel detto libro del Merino, sembrarebbe ch'io volessi dare un torcio al sole per condursi nelle tenebre.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVI. Carteggio 1634-1636
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 744

   





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