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      Hieri poi il congresso secondo fu longhissimo, e havessimo longhissimi ragionamenti di diverse materie, ma spesso delle cose di V. S., e sempre mostrò d'essere affezzionatissimo. Mi raccontò ancora diversi titoli di trattati che lui ha fra le mani, e in particolare mi disse che trattava delle mecaniche e de' centri di gravità etc., e che dove da' passati scrittori erano considerati i pesi come descendenti paralelli, che lui li maneggiava come concorrenti nel centro della terra, come realmente sono. Mi parve sottilissima la specolazione, e però questa notte passata facendoci sopra riflessione, mi è caduto in mente di dare a questo Signore un osso da rodere non men sottile di questo, il quale è tale: che io non so più dove sia il centro di gravità di una sfera; poichè, intesa segata la sfera in due parti equali da un piano orizontale, essendo la parte che è verso il centro più vicina al centro della terra che non è l'altro emisferio, sarà ancora men grave; e dovendo il centro di gravità del composto di tutti dua gli emisferii essere nella linea che congionge i loro centri di gravità, e in quel punto di essa che la divide in modo che la parte che tocca al minor peso alla parte che tocca al maggior peso habbia la proporzione reciproca che ha il maggior peso al minore, è manifesto che il centro della gravità di tutta la sfera non può più essere nel centro di magnitudine, come si pensa che sia. Ma quello che accresce in me la meraviglia, è che portando la medesima sfera più verso il centro della terra, si va continovamente mutando le proporzioni delle distanze dei due emisferii; e così il centro della gravità del composto dei due emisferii si andarà sempre mutando, nè mai si potrà determinare il centro di gravità di una sfera senza la relatione della lontananza dei centri di gravità dei due emisferii dal centro della terra; e, quel che è peggio, per le medesime ragioni non so come determinare i centri delli stessi emisferii: e in somma mi pare che il nodo sia molto intricato, nè so come si possa sviluppare se non da ingegni grandi come è quello di V. S. Mi favorisca, se il dubbio li pare degno, promoverlo a cotesti Signori e al P. Francesco buono, a' quali tutti, come anco a V. S., bacio riverente le mani.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVI. Carteggio 1634-1636
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 744

   





Francesco