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      Di tal favore resterò io con obbligo particolare a V. S. molto I., prontissimo sempre a servirla in tutte le occasioni; e con reverente affetto gli bacio le mani, annunziandoli felici le Sante Feste instanti.
     
      D'Arcetri, li 19 di Xmbre 1635.
      Di V. S. molto Ill.reParat.mo et Obblig.mo Ser.re
      Galileo Galilei.
     
      Fuori: Al molto Ill.re Sig.re e Pad.n mio Col.moIl Sig.r Mazzeo Mazzei etc.
      In sua mano.
     
     
     
      3227.
     
      BENEDETTO CASTELLI a GALILEO [in Arcetri].
      Roma, 22 dicembre 1635.
     
      Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. XI, car. 161. - Autografa.
     
      Molto Ill.re Sig.re e P.ron Col.mo
     
      Il gusto infinito che ricevo dalla lettera di V. S. molto Ill.re ed Ecc.ma, nella quale mi dà nova dell'honore(1145) che mi viene fatto dal Ser.mo Gran Duca, mio Signore e Padrone, e da cotesti Ser.mi Principi, resta contemperato e mortificato, pure con infinita misura, ritrovandomi prima indegno di tanto honore, poi legato in modo che non ci vedo strada per potermi sbrigare: e andarò toccando alcuni impedimenti che mi turbano assai. Il primo de' quali è che non so come fare dimanda di partire senza offendere questi Padroni, a' quali sono obligato per molti capi: uno de' quali, che stringe il nodo, è che l'Em.mo Sig.r Card.l Francesco(1146) è protettore della nostra Religione, ed haverebbe molte maniere di mortificarmi, come sarebbe di farmi levare il titolo di Abbate nella mia Religione, ed anco di fare meco quello che fa con il Padre Don Cirino(1147) di Siena, che leggeva a Pisa, caso molto bene noto a S. A. Ser.ma, cosa che mi impedirebbe l'istesso servizio di S. A.ma In oltre, se io facessi questa levata, si farebbe giudicio che io lo facessi per disgusto e per leggerezza; e quello che pure mi preme assai, è che ho cominciato a sincerare l'Em.mo Sig.r Card.le Antonio(1148) (e ha mostrato di haverlo hauto caro) che la calonnia data a V. S. molto Ill.re, che ella ne' suoi Dialoghi habbia per Simplicio voluto intendere quella persona che è degna del sommo honore, ho, dico, sincerata S. Em.za in modo come è la verità che questa calonnia è falsissima, e m'ha detto di volere parlare con buona occasione con chi si deve e fare ogni buono officio; e so che qui non ci sarebbe che conducesse a fine questa opera, per giustizia, per verità e per buono e fedele servizio di questi miei Padroni, e anco per consolazione di V. S., alla quale sono tanto obligato.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVI. Carteggio 1634-1636
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 744

   





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