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      Mi rallegro che il P. Bonaventura sia venuto a consolarla, e mi dispiace non esserci in terzo. Se si ritrova ancora costì, lo saluti caramente da parte mia, e li dica che io resto confuso per non poterlo servire nel suo negozio, che m'intenderà(1431). Fo riverenza a V. S. e me li confermo ll medesimo servitore di sempre.
     
      Roma, il 26 di Luglio 1636.
      Di V. S. molto Ill.re ed Ecc.ma
     
     
      La lettera che mi ha scritto il nostro P. Bonaventura credo che mi servirà mirabilmente, per essere molto a proposito etc.
     
     
      S.r Gal.oDevotiss.o e Oblig.mo Ser.re
      Don Bened.o Castelli.
     
      Fuori: Al molto Ill.re et Ecc.mo Sig.re e P.ron Col.oIl Sig.r Galileo Galilei, p.o Filosofo di S. A. Ser.ma
      Firenze.
     
     
     
      3328*.
     
      FULGENZIO MICANZIO a GALILEO [in Firenze].
      Venezia, 26 luglio 1636.
     
      Bibl. Est. in Modena. Raccolta Campori. Autografi, B.a LXXX, n.° 129. - Autografi la sottoscrizione e il poscritto.
     
      Molto Ill.re et Eccell.mo Sig.r, Sig.r Col.mo
     
      Ricevo con le lettere di V. S. molto Ill.re et Eccell.ma le scritture de i suoi primi due Dialogi(1432): il primo de' quali havendo già letto, ho voluto subito con suprema avidità scorrer il secondo, nel quale ritrovo cose del tutto nove, non osservate e credo neanco pensate, e che arrecherano a i professori maraviglia, diletto et utile. Per dir il vero, la mia cognitione in tali materie è curta, onde le demostrationi mi riescono difficili. Aspetto li altri due del moto, che è là ove con grand'ansietà corro; imperochè sin hora con tante dicerie è stato insegnato tanto poco, che si può dire niente.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVI. Carteggio 1634-1636
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 744

   





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