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      Io non di meno, pel desiderio che tengo di essercitarmi nella professione che fo in servitio de' Padroni, quando anco pendesse da me, potrei far resolutione di applicarci il scapito; ma essendo figliolo di fameglia, non persuaderei mai al Sig.r padre questo, il quale, se bene resta persuaso di darmi e spendere qualche centinaro del propio, non però può restare persuaso che ciò debbia farsi da me con scapito sì grave e con scompiglio del ben essere di casa: ansi li fa gran caso il sapere che furno offerti al Sig.r Angelo Cardi di questa città (quale haveva letto solo in Siena, nè haveva havuto cattedre prime) scudi settecento ed altre commodità, quantunque fosse di bassissimi natali, figlio di calsolaio; e non volse andarvi, se ben credo che fosse un pazzo suo capriccio, inviatosi allora a Roma col Sig.r Cardenal Borghese(1508). Basta: a volere che possa adempire il mio desiderio, ho necessità di haver tanto che possa mantenermi, come ho detto, fuora con qualche spesa di casa, ma non con grave assai. Però io lasso negotiare al Sig.r suocero col Sig.r Auditore e col Sig.r padre, perchè non posso fare se non il loro volere; ed essendo ora finito il rolo, sarà più longo il tempo di negotiare. Io poi, che provo sì pronte le sue gratie, non starò con longe parole a pregarlo della sua protetione in quanto l'ho detto, perchè ne son più sempre in sicurezza: solo la supplico, che quanto è pronto nelli altri favori, altrettanto cortesemente mi honori de' suoi commandamenti, de' quali altrettanto vivo bramoso, quanto desidero palesarmeli col'opere quel'obbligatissimo servitore che le vivo di affetto.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVI. Carteggio 1634-1636
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 744

   





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