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      132. - Autografa.
     
      Molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r mio P.ron Col.mo
     
      La benignità di V. S., che non ha termine nè misura, è anche soprabondata in prevenirmi nell'annunzio delle buone Feste; onde per gratitudine di così cortese ofizio, oltre a i molti e segnalati benefizii, non so che dirmi altro, se non che io conosco che V. S. non lascia, anzi cerca, tutte l'occasioni di potermi giovare e onorare. Però le ne rendo quelle maggiori grazie che io posso, e pregho la divina Bontà che retribuisca per me, concedendo a V. S. e le prossime Feste e molte appresso piene d'ogni più desiderabile felicità e allegrezza.
      Il vetturale mi dice aver condotto la catasta (credo pure che sia vero), e arei caro che fussero state a gusto di V. S., come anche di sapere se voglia altre fascine, o altra cosa in che io la possi servire. Intesi da mio fratello che V. S. averebbe preso de' polli, trovandosene a prezo mediocre; da che mi sono presupposto che V. S. non n'habbia bisogno urgente, e però indugio a mandarli, perchè ho inteso che sin a ora si son venduti assai bene. Mi dice anche il medesimo mio fratello che V. S. gli dette intenzione di volermi favorire intervenendo alla festa di S. Giovanni Evangelista, che io fo in una chiesina annessa a questa mia, di che non posso esplicare quanto io mi stimerò onorato; e la festa che ordinariamente suol quasi finire in chiesa, dalla presenza di V. S. sarà continuata in casa, perchè son certo che ogn'uno che v'interverrà sia per godere più di quella che d'altra cosa; mentre co 'l fine gli faccio debita reverenza.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVI. Carteggio 1634-1636
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 744

   





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