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      S'io ardisco troppo, domandando cosa che non è per anco stampata, n'è causa (circoscrivendo la sua cortesia la mia curiosità e segretezza) il vederle in potere di costoro, sì come avviene d'altri libri, che, sotto protesto di volergli confutare, sono di continuo letti e riletti da loro. Potrei anco, se così le pare, mostrarle per passaggio al detto P. Atanasio, acciò intenda che si possono havere senza loro, e che non è erba del loro orto, sì come tengo per sicuro.
      Fra tanto gli do nuova come da Napoli è venuto un cristallo, che porta 15 palmi di cannone: ingrandisce gl'oggetti fuor di modo, dà grandissimo gusto intorno alle Stelle Medicee; ma però non termina bene il disco di Giove, mostrandolo imbambagiato. Così ne sono venuti dal medesimo maestro al P. D. Benedetto dei più corti, ma però, a mio giuditio, molto migliori. Talchè tengo per sicuro che questo instrumento sia per avanzarsi più che mai, non ostante che molti Peripatetici di Roma affermino ostinatamente esser tutte illusioni di vetri; ma troppo elleboro ci vorrebbe per questi cervelli.
      Godo in estremo che ella s'occupi intorno al moto dei proietti, e tanto più, quanto meno mi dà soddisfatione Aristotile. Per fine la prego quanto so e posso a non lasciar indietro le speculationi de incessu animalium(106), acciò con questo tratto ancora si sbarbi quella opinionaccia che questo autore sia in tutto e per tutto un oracolo. M'è sovvenuto questo, perchè qua si trova un medico tedesco, anatomista raro, quale mostra in fatto assaissimi errori de natura animalium; e quand'io gli contai del cavallo di Gattamelata(107), che sta sopra dua gambe dalla medesima banda, contro il detto d'Aristotile, rise veramente di tutto core; et ogni giorno porta qualche luogo, per farci sempre più ridere.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVII. Carteggio 1637-1638
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 584

   





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