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      Io feci già sul
      principio, per l'uso delle nostre galere, certa cuffia in forma di celata(230), che tenendola in capo l'osservatore, ed avendo a quella affisso un telescopio, aggiustato in modo che rimirava sempre l'istesso punto, al quale l'altro occhio libero indirizzava la vista, senza farci altro, l'oggetto che egli riguardava coll'occhio libero si trovava sempre in contro al telescopio. Una macchina simile si potrebbe comporre, la quale non sopra il capo solo, ma sopra le spalle e il busto del riguardante immobilmente si fermasse, nella qual fusse affisso un telescopio della grandezza necessaria per ben discernere le piccole stelle Gioviali, e fusse talmente accomodato, rispondente all'uno degli occhi, che andasse a ferire nell'oggetto veduto dall'altro occhio libero, che col semplice dirizzar la vista al corpo di Giove l'altro occhio l'andasse ad incontrare col telescopio, ed in conseguenza vedesse le stelle a lui propinque.
      Quanto al secondo punto, che è del trovarsi telescopi di maggior efficacia di quelli che si fabbricano costì, mi pare d'avere scritto altra volta, la facoltà di quello che ho adoprato io esser tale, che mostra, primieramente, il disco di Giove non irsuto, ma terminatissimo, non meno che l'occhio libero scorga il lembo della luna; e così terminati mostra ancora i satelliti di quello, e di grandezza tale, che all'occhio libero non si mostrano più grandi e distinte le fisse della seconda grandezza; e di più, seguitando col telescopio il movimento di Giove, essi satelliti si vedono, la sera, innanzi, e la mattina, dopo, all'apparire o sparire delle fisse, e l'istesso Giove, seguitandolo col medesimo telescopio, si vede tutto il giorno, come anco Venere e gli altri pianeti e buona parte delle fisse: e qui giudichi V. S. Illustriss. ed il Sig.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVII. Carteggio 1637-1638
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 584

   





Gioviali Giove Giove Giove Giove Venere S. Illustriss