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      Ortensio, quale immenso benefizio sia quello che questo mirabile strumento arreca alle scienze astronomiche. Io non mancherò di mandare i vetri a V. S. Illustriss., e forse verranno colla presente, se però il mio artefice(231), che gli lavora, averà il comodo di fabbricarmene uno; e questo dico, perchè il Serenissimo Gran Duca mio Signore, invaghito di tali strumenti, tiene continuamente questo mio uomo appresso di sè, conducendolo sempre seco per tutte le terre e ville dove S. A. si trasferisce. Sicchè non mettano dubbio sopra la fabbrica e riuscita di tali ordigni.
      Vengo ora al secondo artifizio per accrescere in immenso le puntualissime osservazioni astronomiche. Parlo del mio misuratore del tempo, la precisione del quale è tanta e tale, che non solamente ci darà la quantità esatta delle ore e minuti primi e secondi ed anco terzi, se la frequenza loro fusse da noi numerabile; e la giustezza è tale, che fabbricati due, quattro o sei di tali strumenti, cammineranno tra di loro tanto giustamente, che l'uno non differirà dall'altro, non solamente in un'ora, ma in un giorno nè in un mese di tempo, pure d'una pulsazione di polso. Ed il fondamento di tal fabbrica traggo da una ammirabile proposizione, che io dimostro nel mio libro de motu che ora est sub prelo de i Sig. Elzeviri in Leida; e la proposizione è tale: Se in un cerchio eretto all'orizonte s'ecciterà dal toccamento la perpendicolare, che in conseguenza sarà diametro del cerchio, e dal punto del contatto, ovvero dal termine sublime del diametro, si tireranno quante si vogliono corde, sopra le quali s'intendano scendere mobili come sopra piani inclinati, i tempi de i loro passaggi sopra tali corde e sopra il diametro stesso saranno tutti eguali; sicchè se, ver. gr., dal contatto imo si tireranno sino alla circonferenza le suttese di 1, 4, 10, 30, 50, 100, 160 gr., il mobile sopra tali inclinazioni e lunghezze scenderà per tutte in tempi eguali, ed anco in tutto il diametro perpendicolare.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVII. Carteggio 1637-1638
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 584

   





S. Illustriss Serenissimo Gran Duca Leida