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      E con tal fine a V. S. molto Ill. et Eccell.ma bacio le mani.
     
      Ven.a, 27 Giugno 1637.
      Di V. S. molto Ill.e et Eccell.aS.r Galileo.
      Dev.mo Ser.
      F. F.
     
     
     
      3511*.
     
      VINCENZO RENIERI a [GALILEO in Arcetri].
      Genova, 27 giugno 1637.
     
      Bibl. Est. in Modena. Raccolta Campori. Autografi, B.a LXXXVI, n.° 118. - Autografa.
     
      Molto Ill.re et Ecc.mo mio S.r e P.ron Col.mo
     
      Il caldo eccessivo, che corre qui da noi, mi ha spaventato, sì che non ho risoluto di venire a Firenze, come prima havea determinato.
      Sento gran disgusto che ella non sia ancor libera dell'infermità del suo occhio, e prego Dio che le renda la desiderata salute. Del negotiato d'Olanda la suplico a darmene parte tanto più, quanto che, dovendo questi SS.ri nostri mandar un ambasciator straordinario in quelle parti, se l'eletione cade in persona del S.r Gio. Battista Centurione mio parente, come si crede, siamo in apuntamento che io debba seguirlo in questo viaggio. Non manchi adunque di avvisarmi il suo pensiero, e quanto più presto puole, perchè fra cinque o sei mesi penso che dobbiamo esser di ritorno; nè ella potrà haver servitore che più prontamente di me procuri di servirla. Con che per fine le bacio affettuosamente le mani.
     
      Di Genova, adì 27 di Giugno 1637.
      Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maDev.mo Ser.re
      D. Vincenzo Renieri.
     
     
     
      3512**.
     
      ROBERTO GALILEI a GALILEO in Arcetri.
      Lione, 29 giugno 1637.
     
      Autografoteca Morrison in Londra. - Autografa.
     
      Molto Ill.re S.r mio Oss.mo'
     
      Ho sentito grandissimo disgusto nella ricevuta della lettera di V. S. molto Illustre dactata delli 8 stante, sentendo come lei era assaltata d'una deflussione sopra l'occhio destro; e il più delle volte esse deflussione sono passagiere, e hanno certi giorni di corso, quindi vanno passando, come spero in Dio benedetto sarà quella di V. S.: benchè con sua buona licentia mi perdonerà, se li piace, se li dico che V. S., nell'età e qualità che la si ritrova, non si deve nella scrittura affaticarsi come la fa; che per questo poteria havere uno scritturale sotto di lei, che ne troverà a milliaia che lo terriano a favore grandissimo; e per la lectura e studio se ne doveria astenere, e anteporre la sanità a qualsivoglia altra cosa: e già il rinome del suo sapere e valore risuona per tutto l'universo, e questo li deve bastare.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVII. Carteggio 1637-1638
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 584

   





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