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      Dio li guardi.
     
     
      Gio. Beijusk.
     
     
     
      3530**.
     
      BENEDETTO CASTELLI a GALILEO in Firenze.
      Roma, 25 luglio [1637].
     
      Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. XIII, car. 37. - Autografa.
     
      Molto Ill.re ed Ecc.mo Sig.re e P.ron Col.mo
     
      Per l'ordinario passato scrissi a V. S. molto Ill.re quanto mi occorreva intorno al vetro(350); hora aggiongo che tengo parola che mi sarà dato nelle mani, e lo mandarò per l'ordinario che viene, acciò V. S. lo veda e lo provi. Se li piacerà, bastarà che noi paghiamo li trenta scudi; caso che non sia di sodisfazione, me lo rimandarà sicuro, ed io procurarò servirla in altro modo.
      Ho riceuta la lettera del nostro caro Sig.r Peri, al quale non rispondo perchè non ho tempo: risponderò quanto prima. In tanto l'assicuri che li vivo servitore di tutto cuore.
      Lavoro intorno al matone(351), ma la mia debolezza e la difficoltà della materia m'hanno ridotto più presto in confusione che altro. Se io potessi esser appresso(352) V. S., sperarei di fare qualche cosa col suo aiuto, o, per dir meglio, la stuzzicarei tanto che ella mi levarebbe d'impaccio. La verità è che ci è di bello; ma non è carne per i miei denti.
      Quanto al negozio di Venezia(353), sappia V. S. che è facenda notissima all'amico suo(354), ed è informatissimo del tutto. Con tutto ciò li mando questo poco di scritto, e mi creda che tanto basta. Io stimo assai che il Padre s'adopri solo in fare l'officio che desidero, senza entrare più innanzi, essendo materia pericolosissima e gelosissima e da trattarsi con delicatezza. E li fo riverenza, baciando le mani al Sig.r Peri.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVII. Carteggio 1637-1638
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 584

   





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