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      La prima di queste quattro è, che io ho esposto il medesimo matone, tinto come sopra, al fuoco, e dopo, havendovelo lasciato stare per un poco di tempo con la faccia tinta verso il fuoco, lo levai; e mettendo una palma della mano sul bianco e l'altra sopra il nero, con qualche difficoltà ritrovai che era un poco poco più calda la parte nera che la bianca; ed havendo imparato a cautelarmi per non ingannare me stesso mihi applaudendo, chiamai uno di casa desinteressato, e di più fattolo chiudere gli occhi e stendere le palme delle mani gli applicai il matone, sì che una palma della mano toccava il bianco e l'altra il nero; ed interrogandolo da qual parte sentiva più caldo, ci fu bisogno di grande applicazione d'animo per fare il giudicio, ma finalmente giudicò che era un poco più calda la parte nera che la bianca. Qui io non vorrei che mi fosse imputato da qualche scropoloso l'essermi io servito di un testimonio che teneva gli occhi chiusi.
      La seconda esperienza, fatta da me, per dirla forsi troppo alla grossa e semplicemente e senza molte cautele, fu che io esposi al sole il roverscio della faccia tinta del matone, e dopo un paio d'hore in circa havendo il caldo penetrata la crassizie del matone, ritrovai assolutamente, essersi riscaldato tanto il nero quanto il bianco, se però mihi applaudendo non mi sono ingannato e nell'una e nell'altra esperienza: perchè la verità è, che avanti che io facessi le sodette due esperienze, di già m'ero imaginato che la cosa dovesse riuscire come in fatti mi pare che riuscisse.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVII. Carteggio 1637-1638
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 584