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      Ma non per questo si quietava, anzi interrogando il suo maestro ne ricercò con instanza la ragione; e quello, rivolto a me, disse che dovessi dargli qualche sodisfazione. Io ridendo risposi:
      - Eh il Sig.r Marchese la sa benissimo; e che sia il vero, ce la dirà esquisitamente se noi l'andaremo interrogando.
      E cominciai:
      - Ditemi un poco, Sig.r Marchese: dove sentite voi più caldo, stando al sole overo stando all'ombra?
      Ed egli sorridendo disse;
      - Stando al sole.
      Ed io:
      - Pare a me che il nero si rassomiglii più all'ombra che alla luce: che ne dite, Sig.r Marchese?
      Rispose:
      - Ed a me ancora.
      - Adunque, soggionsi, doverebbe il bianco essere più caldo del nero, contro quello che il fatto dimostra, e dichiara l'esperienza.
      Qui restò tutto sospeso, e non rispose altro, ma, quasi chiedendo aiuto, voltava gli occhi verso il suo maestro. Ed io seguitai interrogandolo:
      - Da qual parte viene più lume alli occhi di V. S., dalla parte nera o dalla bianca? Ed egli:
      - Dalla parte bianca.
      Ed io:
      - Desidero sapere un'altra cosa, però mi risponda: Se noi sparassimo venticinque pistolettate con palle infuocate nella parte nera, e venticinque nella parte bianca, e di quelle sbarrate nella nera ne ritornassero indietro venti, ma di quelle che fossero sbarrate nella parte bianca ne ritornassero indietro solamente cinque, in qual parte sarebbero restate più palle infuocate, nella nera overo nella bianca? pensateci bene.
      Ed egli, senza molto pensarci, francamente rispose:
      - Nella bianca.
      Ed io:
      - Dove si sentirebbe più caldo?


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVII. Carteggio 1637-1638
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 584

   





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