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      ? E così dico, che volendo al presente dimostrare proprietà del caldo, del lume, del nero e del bianco, sarà necessario stabilire prima le loro diffinizioni, e sapere in che cosa consista la natura del caldo, la natura del lume, del nero e del bianco; cose tutte difficilissime da investigare, e reputate alla mia debolezza assolutamente inscrutabili. E qui liberamente mi confesso di queste cose ignorantissimo, e più volentieri pagarei il maestro che essere riconosciuto dal discepolo.
      Di più osservo, che quando mi fosse proposto un problema geometrico, il quale fosse stato da qualche perito geometra risoluto, come, per essemplo, se uno mi proponesse, essere stato fatto un quadrato eguale a una parabola, e fossi interrogato del modo che quello havesse tenuto per risolvere il problema, io non potrei rispondere altro che: Non lo so. Questo so bene, che se havesse osservato quello che c'insegna Archimede, in qual si voglia dei due modi che egli adopra, all'hora si sarebbe ottenuto l'intento; overamente, se havesse tenuta la strada inventata da V. Sig.ria, haverebbe parimente risoluto il problema medesimo ingegnosamente; overo, se havesse imitato il nostro mirabile Fra Bonaventura Cavalieri, haverebbe ancora ridotta a perfezzione quella operazione; e tutto potrei stabilire geometricamente e demostrativamente: ma perchè i modi di risolvere quello e gli altri quesiti sono moltissimi e forsi infiniti, io verrei a restare perplesso e dubioso, quale di quelli fosse stato eletto per la risoluzione.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVII. Carteggio 1637-1638
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 584

   





Archimede Fra Bonaventura Cavalieri