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      (380)E se noi ricercaremo quello che seguire doverebbe quando, essendo prima stato riscaldato un pavimento (o sia stato riscaldato dal sole overo dal fuoco), li applicassimo il matone in modo che la parte tinta combaciasse il pavimento, direi che dalle cose dette di sopra si deduce che il riscaldamento si farà eguale nella parte nera e nella bianca.
      Voglio di più avvertire, che havendo io preso un cristallo di Vinezia pulito e trasparente, lo tinsi d'inchiostro in una metà di una sua faccia, e l'altra metà lasciai nel suo essere di trasparenza, e l'esposi al sole, prima con la faccia tinta verso il sole, poi con l'altra faccia, ed in pochissimo tempo sempre ritrovai che si riscaldava notabilmente più quella parte del cristallo che era tinta di nero, che la rimanente: i quali effetti hanno prontissima la cagione con i nostri sopra spiegati principii. Imperò che, quando si espone al sole la faccia tinta del cristallo, i raggi solari, che percuotono nell'inchiostro, non riflettendo, operano e cagionano il calore, come habbiamo dichiarato; ma quelli che feriscono il rimanente del cristallo trasparente, ancorchè non riflettino, tuttavia trapassano il cristallo senza trattenervisi dentro, e così non lo riscaldano. E parimente quando si rivolta al sole la faccia dello stesso cristallo che non è tinta, i raggi del sole in tal caso trapassano tutta la crassizie del cristallo; ma quelli che arrivano all'inchiostro, lavorano come prima, e riscaldata quella crosta d'inchiostro riscaldano poi ancora il cristallo; la quale operazione non può essere essercitata da quei raggi che, ferendo nella rimanente porzione di cristallo trasparente, non vengono trattenuti ed agitati.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVII. Carteggio 1637-1638
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 584

   





Vinezia