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      Mando però due colombacci, due colombelle e sei tordi, che in tutto costano quattro giuli. Gli mando ancora un panierino d'uva assai buona, per quanto mi dice chi me l'ha donata. Gradisca V. S. il mio affetto, mentre co 'l fine gli faccio debita reverenza, aspettando fra pochi giorni di venire in persona io a riverirla.
     
      Da S.ta Maria a Camp oli, 27 Feb.o 1637(721).
      Di V. S. molto Ill.re et Ecc.ma
     
     
      Non ho potuto trovare per Mess. Marco(722) se non otto lib. di susine, perchè gl'incettatori a quest'ora l'hanno raccolte, e non si contentano di raddoppiare. Mando queste poche, che costano un giulio.
     
     
      Devotiss.mo e Oblig.mo Se.reAlessandro Ninci.
     
     
     
      3692.
     
      FRANCESCO RINUCCINI a GALILEO [in Arcetri].
      Venezia, 27 febbraio 1638.
     
      Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. XII, car. 38. - Autografa.
     
      Molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r e P.ron mio Oss.mo
     
      Del favore che mi promette delle pietre lucifere(723), resto con particolar obbligatione alla gentilezza di V. S., alla quale ne rendo affettuosissime e devotissime gratie.
      Di qui gli posso dire che rimanghiamo quasi in secco, perchè l'acque quando sono in colmo sono bassissime, e quando calano lasciano molti rivi del tutto asciutti, e particolarmente quello dove io habito. Da questi barcaroli mi vien detto che l'acque dureranno a far questo effetto fino a mezzo questo altro mese, perchè (così dicono loro) sono in amore. Non lasci già V. S. di continuare a me il suo, insieme con la sua gratia, già che io ne vivo tanto ambitioso e ne la prego con tutto l'affetto, baciandoli con il medesimo le mani.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVII. Carteggio 1637-1638
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 584

   





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