Pagina (453/584)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Io voglio provarmi se posso provocare V. S. alle risa con un saggio del profondo sapere ed alta intelligenza delle matematiche di questo sogetto. La stanza di questo buon Padrino ha rivolte le finestre verso levante: hora, intorno al S. Giovanni, essendo il solstizio estivo, osservò che il sole nel suo spuntare dall'orizonte, havendo all'hora la massima latitudine ortiva verso tramontana, mandava il lume verso la man destra sua nella camera; ed essendo la luna intorno all'opposizione quel medesimo giorno di così acurata osservazione, osservò la sera che essa luna mandava il lume al contrario del sole nel suo nascere, cioè alla sinistra di essa camera. Stupefatto questo grand'huomo di così strana apparenza, il giorno seguente propose questa cosa come un astrusissimo dubio in un congresso de' monaci, tra' quali si ritrovavano due, in particolare, più che mediocremente intendenti della professione, quali restarono maravigliatissimi che essendo costui tanto ignorante di questa puerile apparenza, havesse hauto ardire di tentare l'impresa di salire la catedra di Roma delle professioni delle matematiche; e così ne habbiamo fatte parecchie comediette. Serva questo poco per sollevarla con questa facezia dalla sua mestizia; e consideri il stato mio, e disponga di me come meglio li pare. E li fo riverenza.
     
      Roma, il 30 di Luglio 1638.
      Di V. S. molto Ill.re ed Ecc.ma
     
     
      Voglio soggiongere, che se bene non mancaranno sogetti al Ser.mo Gran Duca in caso di mancanza, io però tengo che non sarebbe inferiore a nessuno il nostro Sig.r Raffaello Magiotti, persona non solo intelligentissima delle matematiche, come quello che ha visto tutto il buono ed il bello delli scrittori insigni antichi e moderni, ed in particolare versatissimo nella dottrine ed opere di V. S. Ecc.ma, ma, quello che importa per un lettore publico, egli ha studiato legge, teologia e medicina, versatissimo nelle belle lettere, havendo visto tutti poeti della greca e latina favella e le historie, e in somma huomo raro e, quello che io stimo più di tutto, huomo honoratissimo e di costumi integerimmo, intelligentissimo della lingua greca e latina, con qualche notizia della lingua hebrea.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Le opere di Galileo Galilei
Volume XVII. Carteggio 1637-1638
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 584

   





Padrino S. Giovanni Roma Luglio Gran Duca Raffaello Magiotti