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      A quello poi che ella mi domanda circa i telescopii del Fontana di Napoli(27) e delle novità che viene a V. S. molto Ill.re scritto essere state osservate, le dico che il Gran Duca mio Signore ne ha ricevuti tre o quattro di diverse grandezze, l'ultimo de' quali grandissimo è lungo dieci braccia, e mi pare intendere che la sola lente sia stata pagata 300 scudi. Il medesimo Gran Duca ne ha molti altri, lavorati qua, ma non di tanta lunghezza, nè di tanta perfetione. Io, come impotente, sono rimasto privo del potere sensatamente osservare niuna cosa; ma l'istesso Gran Duca, insieme con alcuni gentilhuomini miei familiari, e molto essercitati nelle osservationi, non referiscono tutto quello di che ella ha havuto per altra via informatione, cioè dal molto Rev.do Padre Santini(28), mio antico et carissimo amico e padrone, et egli senza alcun dubio è stato iperbolicamente informato da Napoli.
      Quanto all'ingrandire gli oggetti più de gli altri telescopii nostrali e più corti, è verissimo: e circa all'ingrandire la luna e mostrarla maggiore del mercato di Napoli, questo è un parlare del volgo, argomento della poca intelligenza del Napolitano artefice, che ne ha dato relazione a esso Padre. Del vedervisi infinite differenze è vero, ma sono le medesime che si veggono co i telescopii nostri, ma alquanto più conspicue mercè dell'ingrandimento; ma non è già che vi si scorgano cose nuove e differenti dalle prime scoperte da me e poi riconosciute da molti altri.
      Quanto al pianeta di Marte, si è osservato che essendo al quadrato col sole, ei non si vede perfettamente rotondo, ma alquanto sguanciato, simile alla luna quando ha 12 o 13 giorni, che dalla parte opposta a quella che è tocca da i raggi solari resta non illuminata, e per conseguenza non veduta: cosa che io già dicevo dover apparire quando Marte fusse poco superiore al sole; ma i nostri telescopii, come quelli che non ingrandiscono tanto, non ci mostravano al senso la rotondità non perfetta di esso Marte.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVIII. Carteggio 1639-1642
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 850

   





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