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      Qui credo che habbia origine il dire che in esso si scorga come una gran montagna; cosa che qua non si è osservata, nè forse è osservabile.
      Che Giove parimente si mostri grande come Marte, et amendue come la luna, questo è verissimo: e potrannosi anco ingrandire sì che mostrino maggiore.
      Quanto a Saturno et alla figura che V. S. molto Ill.re mi manda, non potendo io vedere nè la figura nè riosservare Saturno, da quello che mi vien referto da gli amici miei qui, non si scorge novità alcuna oltre a quelle che scopersi io già e scrissi nelle mie Lettere delle macchie solari et altrove; cioè che il corpo di Saturno si vede in alcuni tempi con due minori corpicelli, ancor essi rotondi, uno a levante e l'altro a ponente, in altri tempi si vede solitario(29) cioè un solo globo luminoso, in altri tempi i due globetti sopradetti ritornano, ma trasformati come in due mitre o orecchioni, che rendono tutto il composto di figura ovale, simile a una oliva: si distingue però tra le due mitre il globo di mezzo perfettamente rotondo, e non di figura ovata, e nel mezzo delle attaccature delle mitre al globo di mezzo si veggono due macchie oscure assai(30). Tutto questo è stato osservato, nè di novo ci si vede altro che un maggiore ingrandimento, mercè di questi novi telescopii più lunghi.
      Quanto alle stelle fisse, che non mostrino di ricevere ingrandimento alcuno dal telescopio, già ne ho io scritto et è stampato molti anni sono, dichiarando a lungo che il telescopio ingrandisce i pianeti e le stelle fisse, tutti secondo la medesima proporzione, e dichiaro molto apertamente onde apparisca che le stelle fisse non ricevano ingrandimento, anzi talvolta più tosto diminuzione.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVIII. Carteggio 1639-1642
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 850

   





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