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      Favoriscami di rivedere il mio Saggiatore, che troverà questa materia assai diffusamente trattata(31). Della immensa lontananza delle stelle fisse ne cavo argomento non dal poco ricrescere, ma dalla estrema loro piccolezza, la quale io nel predetto luogo mostro essere centinaia e migliaia di volte minore di quello che gli astronomi sin qui le havevano giudicate. Ma io, di più, non molto avanti la perdita del lume, trovai un modo esattissimo per misurare il loro diametro(32), il quale lo dà ancora molto e molto minore di quello che io medesimo haveva prima detto; onde l'argomento preso contro all'orbe magno rimane ancora più e più snervato. Questo è quanto mi occorre in risposta della gratissima sua.
     
      D'Arcetri, li 15 Gennaio 1639.
     
     
     
      3837.
     
      PIER BATTISTA BORGHI a GALILEO in Firenze.
      Roma, 15 gennaio 1639.
     
      Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. XII, car. 107. - Autografa.
     
      Molt'Ill.re ed Ecc.mo Sig.r e P.ne Colend.o
     
      Il Sig.r Trullio(33) non stima espediente l'irritar con medicamenti la materia che concorre a V. S. molto Ill.re ne' reni, mentre non le genera altri incommodi che gli scritti, dubitando, in risguardo della stagione, che non si facci peggio. Dice essere catarro che la natura evacua per quella parte, e che, durando questa evacuazione, V. S. molto Ill.re sentirà alleggerirsi le incommodità del capo. Si ricorda servitore a V. S. molto Ill.re, sì come faccio io per fine di tutto cuore, pregandole dal Cielo ogni vera felicità.
     
      Roma, li 15 Gen.o 1639.
      Di V. S. molto Ill.re ed Ecc.ma
     
      S.r Galilei.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVIII. Carteggio 1639-1642
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 850

   





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