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      Mi duole non ne potere regalar di uno il P. Cavaglieri suo, lettore in Bologna; ma tengo per fermo che V. S. ne lo favorirà.
      Ho consegnato con questa lettera all'agente qui per l'Ecc.mo Sig.r Residente Rinutini(107) piastre vintidue et tre quarti, residuo delle sue pensioncelle, da quali mi è convenuto detrare scudi tre, che il Giusti dice haver spesi nel porto del sudetto invoglio per la parte di V. S. Quanto alli pieghi mandati da Leidem, non si è speso cosa alcuna, perchè io li feci capitare col mezzo del nostro Sig.r Ambasciatore(108).
      Ho veduta copia di una lettera, pare scritta da V. S., circa il canochiale Napolitano et li nuovi scoprimenti(109); et creddo così sia, perchè non fa altro discorso se non che quell'occhiale aggrandisce, ma però per quello non si è osservata cosa di nuovo. E veramente è così, e pare che fosse riservato lo scoprire le novità a V. S.; onde è deplorabile da tutti li virtuosi la sua infirmità, et io gli confesso che uno de' maggiori dispiaceri che io senta è questo, che nasce principalmente dall'amore che le porto singolare, di poi anco dall'interesse, che non spero di potere più nella mia vita ricevere il gusto che incomparabile ricevevo dalle sue speculationi et osservationi. Prego con tutto il cuore Dio che la consoli o col dono della sanità o della pacienza, et gli bacio con tutto l'affetto le mani.
     
      Di Venetia, il dì 4 Giugno 1639.
      Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maS.r Galileo.
      Dev.mo Ser.
      F. Fulgentio.
     
      Fuori: Al molt'Ill.re et Ecc.mo Sig.r, Sig.r Col.mo


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVIII. Carteggio 1639-1642
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 850

   





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