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      Qui però mi sovvennero due difficoltà, che potevano intorbidare ed alterare un tale effetto, o almeno renderlo inosservabile, le quali poi, considerate bene e risolute, come dirò più abasso, mi lasciorono nella conclusione ferma che il lago doveva essere cresciuto nello spazio di otto hore, che era durata la pioggia, otto volte tanto. E mentre io, di nuovo esponendo il vaso, stava replicando l'operazione, mi sopravenne un ingegnero per trattare meco di certo interesse del nostro monasterio di Perugia; e ragionando con esso, li mostrai il vaso dalla finestra della mia camera, esposto in un cortile, e li communicai la mia fantasia, narrandogli tutto quello che io haveva fatto. All'hora m'avviddi che questo galant'huomo formò concetto di me che io fossi di assai debole cervello, imperocchè sogghignando disse: Padre mio, v'ingannate; io tengo che il lago per questa pioggia non sarà cresciuto nè meno quanto è grosso un giulio. Sentendolo io pronunziare questa sua sentenza con gran franchezza e resoluzione, li feci instanza che mi assegnasse qualche ragione del suo detto, assicurandolo che io haverei mutato parere alla forza delle sue ragioni; ed egli mi rispose, che haveva grandissima prattica del lago, e che ogni giorno ci si trovava sopra, e che era molto bene sicuro che non era cresciuto niente. E facendoli io pure instanza che mi significasse qualche ragione del suo detto, mi mise in considerazione la gran siccità passata, e che quella pioggia era stata come un niente per la grande arsura: alla qual cosa io risposi: "Signore, io pensavo che la superficie del lago, sopra della quale era cascata la pioggia, fosse bagnata"; e che però non vedevo come l


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVIII. Carteggio 1639-1642
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 850

   





Perugia Padre