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      Che poi l'impeto della palla descendente dalla altezza dove dalla forza del fuoco fu cacciata, non racquisti, tornando indietro, giunta le dieci braccia vicina all'archibugio, che ella ebbe quando da principio fu scaricata, da me è tenuto per effetto verissimo(145); ma questo non altera punto la mia propositione, nella quale io dico che il grave descendente da alto racquista, nei medesimi luoghi della scesa, della forza che era bastante a rispingerlo in su, quando ne' medesimi luoghi si ritrovò salendo. Ma questo effetto niente deroga dalla mia prima opinione e proposta, e forse da quello che già si legge nei luoghi da lei citati raccor si potrebbe; ma è vero che, senza aggiungere io alcune nuove osservationi, forse non potrebbe agevolmente esser compreso. Ma il produrle ricerca un poco più di ozio e di quiete di mente di quella che di presente io posseggo: lo farò altra volta, quando ella pure me lo richiegga.
      Che poi il principio che io suppongo, come V. S. nota, a faccie 166, non gli paia di quella evidenza che si ricercherebbe ne' principii da supporsi come noti, gli lo voglio concedere per hora, ancorchè ella medesima faccia l'istessa suppositione, cioè che i gradi di velocità acquistati sopra l'orizonte da' mobili descendenti per diversi piani dalla medesima altezza siano eguali. Hor sappia V. S. Ill.ma, che doppo haver perso la vista, e per conseguenza la facoltà di potere andare internando in più profonde propositioni e dimostrationi che non sono le ultime da me trovate e scritte, mi sono andato nelle tenebre notturne occupando intorno alle prime e più semplici propositioni, riordinandole e disponendole in miglior forma et evidenza; tra le quali mi è occorso di dimostrare il sopradetto principio nel modo che a suo tempo ella vedrà, se mi succederà di havere tanto di forze che io possa migliorare et ampliare lo scritto e publicato da me sin qui intorno al moto, con aggiungervi altre speculationcelle et in particolare quella attenente alla forza della percossa, nell'investigatione della quale ho consumate molte centinaia e migliaia di hore, e finalmente ridottala ad assai facile esplicatione, sichè altri in manco di mez'hora di tempo potrà restarne capace.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVIII. Carteggio 1639-1642
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 850